di Gabriele Moretti
Tutto ebbe inizio con qualcuno che mise in dubbio la “naturalità” di certe abitudini dell’uomo, chiedendosi come mai l’uomo sia l’unica specie ad aver assunto nel corso della storia certi abominevoli comportamenti. Nacquero dapprima i vegetariani, che più che altro erano mossi da un giusto senso di colpa verso le specie animali considerate prede dell’uomo. Ma ben presto vi fu una “evoluzione” (tra parecchie virgolette) in qualcosa di ancora più estremo: i vegani, che non volevano avere nulla a che fare con qualsiasi prodotto alimentare di derivazione animale. E, nella versione più estrema (quella dei fruttariani crudisti), neppure con le verdure dell’orto, giacché l’orto in natura non esiste e tanto meno il fornello per bollire le patate. Ulteriore ramo “evolutivo” (scusate se abuso delle virgolette ma ho un po’ d’amor proprio) erano i melariani, che concentravano l’intera alimentazione sulle mele, forse nel tentativo di far fallire milioni di medici levandoseli di torno uno a pasto. Inutile dire che fallirono nell’intento, o almeno in quello… perché se nella loro dichiarazione di intenti c’era anche quello di defecare omogeneizzato, almeno un obiettivo lo centrarono.
Ma tutto ciò non poteva fermarsi al cibo, non sarebbe stato logico pensare di cibarsi “come natura comanda” e poi assumere migliaia di altri atteggiamenti “contro natura” (ho speso più di virgolette in questo articolo che di bollo della macchina).
Con gli anni, numerosi movimenti che promuovevano uno stile di vita più in armonia col globo si affacciarono sui social network, facendo migliaia di proseliti: i Nudariani, ad esempio, asserivano che la natura non ha previsto cappotti e stivali per gorilla o cappelli sgargianti per iguana, percui anche l’uomo non doveva fare eccezione e doveva girare nudo. Tale movimento si trasformò ben presto in quello dei Pelariani (bastò un inverno un po’ più rigido), anche in virtù del fatto che la natura non ha sviluppato alcun rasojo, neppure a lama singola.
A tale branca “evolutiva” si unirono i grottariani, che asserivano che il mattone, il foratino, la calcina, le tegole e il bianco antimuffa vanno contro natura e l’uomo avrebbe dovuto cercarsi un riparo naturale. Fu una gioia per il movimento dei Ghiacciariani e dei Buiariani, che vedevano poco di buon occhio il fuoco e la corrente elettrica. Tutti assieme fondarono quindi il movimento dei Naturiani, il coronamento di una vita di s̶e̶g̶h̶e̶ ̶m̶e̶n̶t̶a̶l̶i̶ studî antropologici a colpi di Altervista.org.
Ma, durante una delle loro riunioni al buio, al freddo, senza più Internet o cellulari, a uno di loro venne in mente che la Parola, il Linguaggio, in natura non esistono. Esistono, tutt’al più, dei versi incomprensibili tipo “AAAARGH” coi quali i capi branco comandano i sottoposti.
Passarono pochi anni quando Gigi, esperto di attività venatoria e munito di sovrapposto Beretta cal.12, si trovò in un bosco in cerca di qualche fagiano. Improvvisamente una decina di cosi tutti pelosi e sudici gli si avventò contro uscendo da una grotta e emettendo versi abominevoli.
Ne portò a casa sette e tre li regalò agli amici, già starnati e puliti.
Sapevano proprio di selvaggina, tipo il cinghiale ma meno filosi. Un sapore autentico, Naturale. Specie con l’ulive di Grecia.
Ma tutto ciò non poteva fermarsi al cibo, non sarebbe stato logico pensare di cibarsi “come natura comanda” e poi assumere migliaia di altri atteggiamenti “contro natura” (ho speso più di virgolette in questo articolo che di bollo della macchina).
Con gli anni, numerosi movimenti che promuovevano uno stile di vita più in armonia col globo si affacciarono sui social network, facendo migliaia di proseliti: i Nudariani, ad esempio, asserivano che la natura non ha previsto cappotti e stivali per gorilla o cappelli sgargianti per iguana, percui anche l’uomo non doveva fare eccezione e doveva girare nudo. Tale movimento si trasformò ben presto in quello dei Pelariani (bastò un inverno un po’ più rigido), anche in virtù del fatto che la natura non ha sviluppato alcun rasojo, neppure a lama singola.
A tale branca “evolutiva” si unirono i grottariani, che asserivano che il mattone, il foratino, la calcina, le tegole e il bianco antimuffa vanno contro natura e l’uomo avrebbe dovuto cercarsi un riparo naturale. Fu una gioia per il movimento dei Ghiacciariani e dei Buiariani, che vedevano poco di buon occhio il fuoco e la corrente elettrica. Tutti assieme fondarono quindi il movimento dei Naturiani, il coronamento di una vita di s̶e̶g̶h̶e̶ ̶m̶e̶n̶t̶a̶l̶i̶ studî antropologici a colpi di Altervista.org.
Ma, durante una delle loro riunioni al buio, al freddo, senza più Internet o cellulari, a uno di loro venne in mente che la Parola, il Linguaggio, in natura non esistono. Esistono, tutt’al più, dei versi incomprensibili tipo “AAAARGH” coi quali i capi branco comandano i sottoposti.
Passarono pochi anni quando Gigi, esperto di attività venatoria e munito di sovrapposto Beretta cal.12, si trovò in un bosco in cerca di qualche fagiano. Improvvisamente una decina di cosi tutti pelosi e sudici gli si avventò contro uscendo da una grotta e emettendo versi abominevoli.
Ne portò a casa sette e tre li regalò agli amici, già starnati e puliti.
Sapevano proprio di selvaggina, tipo il cinghiale ma meno filosi. Un sapore autentico, Naturale. Specie con l’ulive di Grecia.